
Il libro si articola in quattro lunghi capitoli, come i movimenti di una sonata, e inizia l’ultimo giorno d’estate quando Arnold Nettle, timido impiegato alquanto cagionevole, arriva in un villaggio inglese senza nome per lavorare al telegrafo nell’ufficio postale dello zio. Suo unico obiettivo e ambizione arrivare alla fine dell’inverno senza ammalarsi.
Questo romanzo è delicato, sobrio e intimo, in cui non succede molto in realtà, ma con lo stato d’animo dei personaggi in primo piano, in perfetto accordo con le note di un violoncello, suonato nelle fredde sere invernali. Devo sottolinearne l’estrema cura presente in ogni pagina, si ha continuamente la sensazione che la Edwards abbia soppesato ogni parola e calibrato ogni fase alla perfezione.
I personaggi sono splendidamente ritratti, così come la monotonia che accompagna le loro giornate, in un susseguirsi di goffe conversazioni e ambizioni musicali. Per la maggior parte sono presenze fredde, tristi e decisamente convenzionali, sinceri prodotti di diversi tipi di educazione e classe sociale, in una perenne statica attesa di un cambiamento.
“Sonata d’inverno” è un romanzo decisamente più complesso di quanto possa sembrare a prima vista, che lascia un’esperienza di lettura gratificante, se pur malinconica, sullo scorrere del tempo e la solitudine umana.
Ringraziamo Fazi Editore per la copia! #giftedby

Descrizione ❧ In un piccolo villaggio della campagna inglese che sa di Jane Austen quanto di Čechov, mentre l’inverno imbianca il paesaggio si dipanano le vicende sentimentali e sociali di una piccola comunità: due sorelle corteggiate a intermittenza, un cugino che non sa cosa fare di sé, una ragazzina ribelle che cerca di evadere da un contesto familiare soffocante, e il forestiero Arnold Nettle, giovane e cagionevole musicista trasferitosi in campagna per fuggire l’inverno cittadino. Le lunghe serate trascorrono tra goffe conversazioni ed esibizioni musicali che sono le sole ad animare la calma che avvolge il paese. Tutti, in cuor loro, aspirano a qualche indefinito mutamento, sperano in un attimo epifanico che possa imprimere alla vita un corso più deciso, ma la voce dei protagonisti rimane in gola, così come il rumore dei passi si perde nel silenzio ovattato dell’inverno. La solitudine della condizione umana è la grande protagonista di questa storia, tratteggiata con pochi tocchi delicati, simili a quelli che animano le corde del violoncello suonato nelle buie sere invernali. Dorothy Edwards firma un romanzo quieto, intimo, nel quale lo stato d’animo dei personaggi prende corpo accordandosi con la musica e con il paesaggio, mentre si comincia a intravedere, in fondo alle strade innevate, l’inevitabile arrivo della primavera.
Traduzione di Francesca Frigerio