
23 maggio 1992, sull’A29 un boato che squarcia il cielo.
Poi il silenzio.
Le sirene.
L’attesa.
E la notizia, devastante e certa: Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro sono rimasti vittime di un attentato.
Ricordo benissimo quel giorno, ero a casa con i miei fratelli.
Quasi non sapevo chi fosse Falcone, avevo solo 13 anni, ma negli occhi di mio fratello, che già studiava giurisprudenza, lessi la sconfitta.
La storia dell’attentato è tristemente nota, adesso si conosce tutto nei minimi particolari, ma la storia del Giovanni Falcone “uomo” e non “uomo di legge” è tutta in questo libro.
Saviano torna sul tema della criminalità organizzata, di cui è conoscitore senza eguali.
E’ credibile quando affronta questo argomento e rende credibile anche la storia dietro l’eroe.
Perché di questo si è trattato, di un eroe che aveva fatto pace con il destino: “non si mette al mondo un orfano…”.
Falcone sapeva.
Nella sua carriera aveva visto troppe volte cadere uomini a lui cari, che avevano sacrificato la vita in nome di una giustizia tanto vicina eppure tanto lontana.
In questo libro c’è il magistrato, ma c’è soprattutto l’amico, il marito, il fratello.
C’è tanta solitudine, incomprensione, insofferenza… quanto doveva sentirsi solo quando al ristorante la gente si alzava e andava via appena lo vedeva accomodarsi a un tavolo, o quando i vicini si lamentavano delle sirene delle auto di servizio quando venivano a prenderlo e a riaccompagnarlo a casa. Non c’era più libertà nella vita di Falcone, persino i media lo definivano malato di protagonismo, senza avere la benché minima idea delle difficoltà che questi uomini dovevano affrontare quotidianamente.
Saviano ha fatto centro, ancora una volta.
Con un minuzioso lavoro di ricerca, attingendo a tutte le fonti a sua disposizione, ma anche agli atti dei processi e alle testimonianze di chi lo ha conosciuto, ha aperto le porte al Falcone privato, romanzandolo certo, ma sempre rimanendo accostato alla verità.
Ci vogliono grandi uomini per cambiare un paese, Giovanni Falcone e tutti gli uomini del pool di cui faceva parte ci hanno provato, hanno tentato di far cadere la torre colpendone le fondamenta, sacrificandosi per un’ideale, per una promessa, per un giuramento.
Abbiamo amato ogni parola di questo romanzo, anche le parti più tecniche e difficili, non siamo solite mettere dei voti, ma questo, per noi sarebbe un 10 e lode.

Descrizione ❧ Un’esplosione squarcia la quiete della campagna corleonese. Il giovanissimo Totò Riina assiste allo sterminio dei suoi familiari intenti a disinnescare una bomba degli Alleati per ricavarne esplosivo. È un boato che distrugge e che genera. La piaga che molti, con timidi bisbigli, chiamano mafia, ma che d’ora in poi si rivelerà a tutti come Cosa nostra, s’incarna da qui in avanti nella sua forma più diabolica. Ma con potenza uguale e contraria, per fronteggiare l’onda di quella deflagrazione scaturisce anche il suo antidoto più puro. È il coraggio, quello che sorregge l’ingegno e l’intraprendenza, che sopperisce ai mezzi spesso insufficienti: il coraggio che scorre in Giovanni Falcone, negli uomini e nelle donne che insieme a lui sono pronti a lanciarsi in una battaglia furiosa dove la vita vale il prezzo di una pallottola. La storia di un magistrato che insieme a pochi altri intuisce la complessità di un’organizzazione criminale pervasiva, ne segue le piste finanziarie, ne penetra la psicologia e ne scardina la proverbiale omertà, è narrata in queste pagine con l’essenzialità di un dramma antico: sul proscenio, un uomo determinato a ottenere giustizia, assediato dai presagi più cupi, circondato dal coro dei colleghi che prima di lui sono caduti sotto il fuoco mafioso; stretto, nelle notti più buie, dall’abbraccio di una donna che ha scelto di seguirlo fino a dove il fato si compirà. Roberto Saviano ha voluto onorare la memoria del giudice palermitano strappandolo alla fissità dell’icona e ripercorrendone i passi, senza limitarsi a una ricostruzione fondata su uno studio attentissimo delle fonti, degli atti dei processi, delle testimonianze, ma spingendo la narrazione fino a quello «spazio intimo dove le scelte cruciali maturano prima di accadere». Questo romanzo ci racconta una pagina fatidica della nostra storia, illumina la vita di un uomo che, nel pieno della carriera, fu in realtà al culmine del suo isolamento. E leva il canto altissimo della sua solitudine e del suo coraggio.