
Oggi vogliamo parlarvi di Stefano Fantelli e della sua antologia di racconti, edita da Cut-up Publishing, dal titolo “La ragazza con l’occhio di vetro e altre storie di amore dark” (che si pregia della prefazione di Moreno Burattini, sceneggiatore di Zagor).
Questa raccolta ci è stata inviata a scopo di recensione ed eccoci qui!
Iniziamo, molto sinceramente, dicendo che non è esattamente il nostro genere.
Abbiamo però apprezzato la fluidità della scrittura e della narrazione; Fantelli ha infatti una prosa piacevole, scorrevole e senza fronzoli, è molto diretto e non lascia niente all’immaginazione. Sicuramente l’esperienza dell’autore si percepisce: scrittore e sceneggiatore molto conosciuto nel mondo horror-gothic, ha all’attivo una produzione notevole tra romanzi, raccolte di racconti e graphic novel.. insomma, è uno che sa il fatto suo!
Ma ci sono altri due aspetti che vogliamo sottolineare: il primo è sicuramente la capacità di Fantelli di catapultare il lettore in ambienti ed epoche sempre diverse, questo denota una profonda conoscenza personale dell’autore e la cosa ci ha molto colpite. Il secondo è la centralità della figura della donna. Le sue donne, le vere protagoniste di questi racconti, possono essere molto diverse tra loro, ma hanno un magnetismo e una forza che le unisce sotto un unico cappello: quello della sensualità intelligente, forte e dominante.
Menzione d’onore al tipo di rilegatura e di confezione. Un cartonato molto elegante, copertina nera e pagine nere e color avorio ad impreziosire il tutto.
Buona lettura agli amanti del genere!

Sinossi ❧ “Molti miti femminili hanno, non per caso, una tripartizione: tre le Moire, le Parche, le Nornem germaniche, le Brigit in Irlanda, le Roznicy slave. Tre anche le Marie sotto la croce (e tre, di nuovo, le sorelle vampire di Stoker). Stefano Fantelli, da brujo qual è, rinnova le sue e le nostre paure ancestrali, con un’abilità di scrittura in grado di farci temere, e al tempo stesso desiderare, l’incontro con le sue incarnazioni delle antiche divinità femminili…” (Dalla Prefazione di Moreno Burattini).