
Forse più un noir che un thriller vero e proprio, senza particolari colpi di scena, se non quello finale, che, a quanto pare, ha fatto storcere il naso a molti per lasciare invece altri sorpresi e “indifesi”.
Io a quale categoria appartengo? Sono a metà.. ovviamente! 😀
Da appassionata lettrice di questo genere, l’esordio di Michaelides non mi ha fatto gridare al miracolo, soprattutto per il modo di scrivere, che non ho trovato particolare in nessun aspetto, ma si lascia leggere con piacere.
Ad un certo punto ho intuito dove la storia stava andando a parare, ma non l’ho trovato necessariamente un difetto, anzi, ripensandoci adesso a mente fredda, forse era proprio quello che l’autore voleva.
Mi ha inoltre riportato alla mente una tragedia che avevo molto amato al liceo: l’Alcesti di Euripide. Un mito intenso, potente e affascinante, che sono felicissima di aver rispolverato con questa lettura.
Ma cosa ha Alicia, la nostra protagonista, in comune con Alcesti?
Il silenzio.
No Già, perché dalla sera in cui ha ucciso suo marito con cinque proiettili in pieno viso, Alicia non ha più proferito parola, proprio come Alcesti.
Theo è molto determinato ad interrompere quel silenzio, ma a quale costo?

Sinossi ❧ Alicia Berenson sembra avere una vita perfetta: è un’artista di successo, ha sposato un noto fotografo di moda e abita in uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Poi, una sera, quando suo marito Gabriel torna a casa dal lavoro, Alicia gli spara cinque volte in faccia freddandolo. Da quel momento, detenuta in un ospedale psichiatrico, Alicia si chiude in un mutismo impenetrabile, rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione. Oltre ai tabloid e ai telegiornali, a interessarsi alla «paziente silenziosa» è anche Theo Faber, psicologo criminale sicuro di poterla aiutare a svelare il mistero di quella notte. E mentre a poco a poco la donna ricomincia a parlare, il disegno che affiora trascina il medico in un gioco subdolo e manipolatorio.
Traduzione di Seba Pezzani.