
Cronache di Gotham vol. 1: piacevole, scorrevole, avvincente, ironico – il libro perfetto, cosa chiedere di più?
Gigi Paoli ci ha presentato, in questo primo romanzo dedicato al cronista Carlo Alberto Marchi, una Firenze gotica e oscura, forse tanto familiare a noi fiorentini, quanto oscura agli occhi della maggior parte del mondo.
Piove, piove tanto nella Firenze di questo romanzo e la cosa ci è assai gradita. Siamo abituate alle occhiate date di traverso o alle esclamazioni stupite quanto dichiariamo il nostro amore per la pioggia, ma l’ambientazione di questo romanzo, con l’acqua, il grigio e quel rumore di fondo che accompagna gli eventi ci ha conquistate senza se e senza ma. La pioggia solitamente lava via le impurità, ma sembra proprio che non sia riuscita, in questo novembre così ben descritto, a lavare via i segreti che si celano dietro all’omicidio di uno degli storici antiquari di Via Maggio.
Ma, intreccio a parte, che merita comunque tutta l’attenzione del mondo, sapete cosa ci piace di Paoli, e cosa ci ha spinto a leggere tutti i suoi romanzi? Il modo in cui racconta le cose. Le spiega, non lascia niente al caso, scende il gradino della supponenza (anzi, lui su quel gradino non ci ha mai messo piede) e spiega. Spiega tutto, spiega ancora e mai, ripeto, mai fa sentire il lettore inadeguato, nemmeno quando deve affrontare la matassa infernale dell’organizzazione della giustizia italiana.
E così ci vengono aperte le porte del Palazzo di Giustizia di Firenze, caramente rinominato “Gotham” e assistiamo alle dinamiche cronisti-magistrati-avvocati-forze dell’ordine. Tutto, in qualche modo, serve al racconto, ma in queste dinamiche si cela, o forse abbiamo voluto vederla noi, una confessione dell’Autore, una sorta di dichiarazione d’amore alla sua professione, la più bella del mondo quando è al servizio della comunità.
E se questo amore serve ad aiutare a risolvere un caso, ad accendere la lampadina che tutti pensavano fosse fulminata, ben venga!
Marchi è un rompiscatole tanto simpatico, un padre single che cerca di destreggiarsi tra una figlia in età pre-adolescenziale e il lavoro che tanto ama. Se vorrete conoscerlo, vi avvertiamo: vi sentirete partecipi dei suoi dubbi e dei suoi sacrifici, vi affezionerete tanto a tutti i personaggi che gli ruotano intorno e non vedrete l’ora di avere tra le mani un altro capitolo della storia!
Non avete cambiato idea? Perfetto, allora BUONA LETTURA!


Sinossi ❧ Sono ormai alcuni giorni che Firenze è sferzata da una pioggia battente e, come se non bastasse, la visita del presidente israeliano ha completamente paralizzato la città. Carlo Alberto Marchi è intrappolato nella sua auto che da casa lo porta al Palazzo di Giustizia, quando apprende una notizia davvero ghiotta per un cronista di giudiziaria a corto di esclusive: all’alba, in un antico palazzo di via Maggio, la prestigiosa strada degli antiquari, viene trovato morto con ventitré coltellate l’anziano commesso del negozio di antichità religiose più rinomato di Firenze. Un caso molto interessante anche perché il palazzo è di proprietà della Curia e sopra al negozio ha sede l’Economato. Marchi si mette come un mastino alle calcagna dei magistrati nella speranza di tirar fuori uno scoop e chiudere finalmente la bocca al direttore del Nuovo Giornale. Sempre correndo come un pazzo, intendiamoci, perché a casa c’è Donata, la figlia di dieci anni che inizia a lanciare i primi segnali di un’adolescenza decisamente in anticipo. Ma stavolta conciliare il ruolo di padre single con quello di reporter d’assalto sembra davvero un’impresa disperata: sì, perché c’è tutto un mondo che ruota intorno al delitto di via Maggio e le ipotesi che si affacciano sono sempre più inquietanti. Su tutte, l’ombra della massoneria, che in città è prospera e granitica da secoli. E l’inchiesta corre veloce in una Firenze improvvisamente gotica e oscura.